Carcassonne: storia di un meraviglioso falso

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Carcassonne è un luogo veramente fiabesco.

Quando guardi la sua cittadella fortificata da lontano sembra di essere al cospetto di una fiaba e quando ci sei dentro la sensazione è quella di essere finiti dentro un parco divertimenti a tema, tanta è la surreale atmosfera creata da questo complesso che si dipana per la collina di Carsac.

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Ma quando un luogo ti trasmette queste strane sensazioni c’è sempre un motivo, e questo motivo va ricercato nella sua storia.

La sua storia, intimamente connessa con quella dei Catari, avvolge questo luogo in un aurea un po’ misteriosa, in realtà le sue origini sono ben più antiche con i primi insediamenti databili al 3500 a.C. e con la prima fortificazione romana risalente già al 100 a.C.

Da quel periodo in poi Carcassonne è sempre stata un importantissimo punto strategico di frontiera tra Francia e Aragona, ed è tra il 1200 e il 1300, quando passò sotto il regno di Francia, che le fortificazioni vennero implementate tanto da darle la fama di città inespugnabile.

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Il declino inizia nel 1659, con il Trattato dei Pirenei che trasferisce la provincia alla Francia, e finisce l’importanza militare di Carcassonne: le fortificazioni vengono abbandonate

La cittadella fortificata di Carcassonne cadde in rovina; a tal punto che il governo francese nel 1849 ne decreta la demolizione.

Ne seguì un’ accesa controversia che convinse il governo non solo a bloccare l’azione ma ad incaricare l’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc del restauro.

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E’ molto interessante leggere le parole dell’architetto riguardo la sua filosofia di lavoro:

“Restaurare un edificio, non è solo mantenerlo, ripararlo, o ricostruirlo, è riportarlo ad una condizione completa che potrebbe non essere mai esistita”.

Un’idea molto ardita secondo i canoni contemporanei di restauro e che non diede poco da discutere neppure all’epoca, ma nonostante questo l’architetto francese si attenne completamente alla sua filosofia nel restaurare il castello di Carcassonne e così la famosa cittadella fortificata è diventata l’emblema del restauro stilistico.

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Come era appunto prevedibile, non poche furono le critiche: molti architetti e restauratori che operavano con metodo conservativo, accusarono Viollet-le-Duc di aver inventato di sana pianta parti del castello. Cosa che in effetti non è da lui mai stata esclusa.

E quindi la meravigliosa cittadella fortificata così come appare adesso, con la sua doppia cerchia di mura e le sue 53 torri, che nel 1997 è stata aggiunta alla lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO , è in realtà un falso storico, una ricostruzione in stile, un meraviglioso ed incantato virtuosismo architettonico.

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Carcassonne: storia di un meraviglioso falso ultima modifica: 2014-02-26T10:09:50+02:00 da patrizia

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Comments

  1. Giovy
    Febbraio 26th

    A Carcassonne mi successe una cosa esilarante.
    Proprio vicino all’ingresso della città murata, un gruppo di americani vicini a me si stupì del fatto che le mura fossero vere e non finte in stile Disney.

    • patrizia
      Febbraio 26th

      Nooo davvero?! ahahah deve essere stata buffissima!!!

  2. patrick
    Febbraio 26th

    Molto interessante, non lo sapevo! Va detto che anche Notre dame a Parigi fu ‘restaurata’ in modo molto pesante, con l’aggiunta di molte gargoyle fatte ex novo (fra le quali le più famose)!

  3. patrick
    Febbraio 26th

    Aggiungo, l’effetto immagino sia simile a quello che si prova entrando a Dubrovnik (che però è decisamente più vera…)

    • patrizia
      Febbraio 26th

      ti dico la verità che nemmeno noi lo sapevamo, però quando sei lì avverti che c’è qualcosa di strano di troppo perfetto ed “ideale” per essere semplicemente un restauro come lo intendiamo comunemente noi, solo una volta a casa, informatami sulla storia del luogo ho capito cosa non tornava! ciò non toglie che rimane un luogo magico che consiglio assolutamente di non perdere!

  4. STEFANO
    Febbraio 27th

    Commento un po’ da “ferito” (Carcassonne mi piacque da morire) e un po’ da avvocato del diavolo… Tecnicamente, la definizione di falso storico-architetturale ci può stare tutta, perchè gli interventi furono fatti in età in cui quello stile non era più adottato. Ma qual è l’entità delle aggiunte? E’ tutto da buttare? E poi, i monumenti, le città “stratificate”, passando il paradosso, sarebbero tutte dei falsi storici? Che dire del duomo di Milano, o della Sagrada Familia… Ce ne sarebbe da parlare sul tema!

    • patrizia
      Marzo 1st

      Ciao Stefano! Ma non devi essere deluso, è solo vedere la cosa da un altro punto di vista più “estetico” e meno “storico” …poi sulla bellezza del luogo non c’è da discutere: assolutamente incantevole! Ciò che differenzia un falso storico da una evoluzione di un edificio attraverso i secoli a cui viene rimesso mano anche in modo molto significativo, è la “naturalità” di questo intervento di contro ad una precisa volontà di ricreare secondo uno stile non più attuale un qualcosa che abbia la parvenza di appartenere ad un altra epoca ed invece non lo è. Ciò non vuol comunque dire che perda di valore per questo!

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