Chiunque abbia percorso l’ autostrada A1 nel tratto Bologna Firenze, ha visto il suo tetto a vela color verde acqua: si tratta di quella che viene comunemente chiamata la Chiesa dell’ Autostrada, più esattamente San Giovanni Battista nel territorio di Campi Bisenzio nella zona di Firenze nord.

Il nome Chiesa dell’ Autostrada non è a caso: fatta costruire dalla società autostrade per commemorare i caduti sul lavoro della società autostrade stessa, si trova nel punto esatto a metà strada tra Roma e Milano sulla autostrada più rappresentativa, la A1

Nonostante la si veda chiaramente guidando sulla A1, arrivarci non è così semplice: allo svincolo di incrocio tra la Firenze-Bologna e la Firenze-Mare seguire per l’area di servizio e dopo troverete le indicazioni per la chiesa di san Giovanni Battista. Una volta arrivati se trovate chiuso cercate il custode che vi aprirà e vi lascerà tutto il tempo per visitare con calma questo capolavoro dell’architettura italiana.

Si, perchè della Chiesa dell’autostrada ne parla qualsiasi libro di storia dell’arte.

Il progetto di Giovanni Michelucci del 1960 fece a suo tempo molto discutere, come tutte le cose innovative, e si inserisce in un “cammino” aperto pochi anni prima da Le Corbusier con la sua Cappella di Notre Dame del 1955, e lo fa in un modo esemplare.

Se gli esterni di questa chiesa sono i più noti, a mio avviso per apprezzare veramente gli arditi volumi di Michelucci, è necessario entrare.

Gli interni della Chiesa dell’Autostrada sono spettacolari: ampi, monumentali e allo stesso tempo leggeri ed eleganti

Questo soffitto che appoggia quasi fosse una tenda, crea un effetto di ampiezza che rende gli spazi immensi.

Incredibile anche il battistero a cui si arriva tramite un percorso rialzato che ti permette di inserirti nella costruzione in un livello intermedio. Ho scritto “inserirti nella costruzione” invece di “godere di una vista dall’alto”. L’ho scritto di impulso e quasi con la sensazione che non avesse senso, e invece è proprio così. Questa è una delle poche chiese in cui muovendoti al suo interno hai la sensazione reale di esserne dentro, non da spettatore, ma in un certo senso da “componente”.

Il simbolismo che ricorre negli elementi architettonici è fortissimo, e per una analisi in questo senso già wikipedia approfondisce bene l’argomento, ma la percezione sensibile avverte già tutto, pure non sapendo.

Già solo per questo, un capolavoro.