Anversa è una delle capitali internazionali della moda tanto che uno dei loro “brand” di promozione turistica si chiama proprio Fashion in Antwerp.

Cos’è che rende Anversa così importante nel panorama mondiale della moda? Uno splendido museo dedicato alla moda, decine e decine di negozi di avanguardia , una accademia internazionale di moda.

Ed un evento.

Ogni anno ad Anversa infatti, a metà giugno, si tiene un evento internazionale molto importante, si tratta del Graduation Show del Fashion Department della Royal Accademy of Fine Arts.

L’ Ente Turismo Fiandre ci ha invitato ad assistere a questo evento, per capire in pieno cosa voglia dire la parola moda per la città di Anversa. Oltre 6000 persone ogni anno arrivano in città per questo spettacolo.

L’accademia di Belle Arti di Anversa è molto antica, fu fondata nel 1663, il dipartimento di Moda è ovviamente molto più recente e divenne universalmente celebre negli anni 80 quando da questa scuola uscirono mostri sacri come Dries Van Noten, Martin Margiela, Ann Demeulemeester…

Ma veniamo allo spettacolo!

Si è tenuto in un bellissimo spazio recuperato dal vecchio porto di Anversa, un magazzino fluviale molto suggestivo: il Waagnatie. Prima dello show un aperitivo ha radunato ogni sorta di persone: stampa, fotografi, studenti, designers… un pubblico molto variegato e soprattutto numerosissimo: gli spalti della sfilata erano gremiti!

Lo spettacolo era suddiviso in due tempi, nel primo atto i primi tre anni dell’accademia, nel secondo atto le collezioni del quarto anno, i diplomati.

Gli studenti del primo secondo e terzo anno hanno presentato “opere” sia a tema fisso che libere, e così il primo anno ha dovuto confrontarsi con tre temi che lasciavano tantissimo spazio alla sperimentazione e al virtuosismo: la gonna, l’abito e il tema dell’ “io e te” hanno permesso agli studenti di “giocare” con volumetrie ardite, e geometrie

Gli studenti del secondo anno hanno dovuto interpretare il costume storico, in un paese come le Fiandre la cui storia pittorica è fortemente legata al ritratto, è stato bello vedere sfilare incarnazioni dei ritratti fiamminghi! Anche se la nostra curiosità più grande rimane sempre per la parte più creativa e cioè il momento della sfilata dove gli studenti hanno potuto presentare capi a tema libero.

Per il terzo anno il tema scelto era il Costume Tipico, qui gli studenti hanno ricalcato la visione classica dell’abito tradizionale (per di più del paese di provenienza dello studente stesso) alcuni inserendo delle note di contemporaneità che facevano risultare l’insieme piacevolmente contraddittorio.

Nel secondo tempo ecco quelli che l’accademia la hanno conclusa: gli studenti del quarto anno.

I diplomandi passano la quasi totalità dell’ultimo anno di corsi a creare la collezione che viene presentata in questa sede, non si tratta più di alcune creazioni, qui si tratta di una vera e propria collezione che deve avere quindi un suo tema conduttore una sua completezza, una sua stagionalità, insomma non solo creazione pura ma deve rispondere anche a delle regole ed esigenze di mercato, perchè la moda, ricordiamocelo, per quanto creativa, è pur sempre un prodotto di mercato.

10 diverse collezioni, composte da una decina di outfits l’una.

La provenienza dei singoli stilisti è più che internazionale: Francia, Italia, Belgio, Chile, Russia, Austria, Israele, Giappone.

Un bilancio di Fashion in Antwerp? Quando si parla di moda si parla anche di gusti e quindi queste sono le nostre “scelte”

Ehran Shanny ha presentato un uomo giocoso, vestito da enormi cuori e da fumetti, in un mix poetico e street che ci ha divertito e convinto.

Emmanuel Beguinot ha omaggiato i tempi in cui Pierre Cardin ha rivoluzionato la moda con l’uso del fil di ferro e dei tessuti sintetici, e il cui il total color non era un tabù.

Ci sono poi piaciuti particolarmente due studenti del terzo anno: Il primo è Yuki Hashimoto con la sua collezione uomo che descriveva un uomo viaggiatore, modernissimo ma nello stesso tempo con una eleganza d’altri tempi

e sempre dal terzo anno, per la donna, abbiamo apprezzato Peter Rudi con le sue linee di ispirazione Prada, con quella giusta componente futuristica ed un uso azzeccatissimo del colore