Passo la penna a Gabrio oggi, che vi racconta il suo viaggio di ieri, in ospedale, con qualche riflessione…
Mala sanità? Anche no, chiamiamola mala umanità
Ore 14.30 circa di mercoledì 18 settembre, finisco di lavorare uno dei miei 2 cavalli (per i non del settore con lavoro si intende l’attività fatta nel campo di una scuderia, l’attività intensa non una semplice passeggiata) esco dal campo e lascio che lui mangi liberamente un po’ d’erba. Lui mangia tranquillo, io tolgo le staffe, lascio le redini, relax.
Qualcosa, qualcuno, un rumore lo spaventa, scarta e io piombo a terra di schiena. Normale capita. Mi siedo, mi alzo, mi gira la testa.. Mi risiedo. Arrivano amici, Patrizia, l’ambulanza.
Mi mettono su una spinale, mi imbragano e mi portano in ospedale.
Fin qui nulla di strano, normale cronaca di una caduta da cavallo andata male. Capita.
In ospedale mi parcheggiano in una stanza, 6 letti che vanno e vengono. Mi tolgono le cinghie e mi lasciano collarino e spinale. (La spinale per chi come me fino ad ieri ignora cosa sia e’ una particolare barella per lesioni alla spina dorsale fatta da una lama di acciaio rivestita di morbido acciaio per renderla estremamente DURA)
Della stanza vedo il soffitto, riesco a girar la testa ma non a piegarla, il collarino e’ una sorta di arnese da tortura. Le due giovani fanciulle di 92 e 97 anni vicino a me ci intrattengono con monologi deliranti che risultano anche simpatici.
Andiamo a far i raggi? Visto che non posso scegliere vado, o meglio mi ci portano.
In radiologia 2 ragazze, una e’ una studentessa, iniziano a porconare contro i bottoni della mia polo, io mi scuso, non sapevo che sarei passato a trovare Laura e Francesca in radiologia e mi riprometto di metter un girocollo la prossima volta. Il capo delle due fanciulle che da dietro il vetro dirigeva la brigata mi si avvicina, mi mette una mano sulla spalla e mi dice che è tutto ok, come nuovo.
Ottimo, i tempi di attesa son più che normali, in radiologia sono una compagnia divertente, ti senti coccolato oltre che curato.
Mi riparcheggiano in stanza, una delle due simpatiche fanciulle viene riaccompagnata in casa di riposo. Il dialogo infermiera-portantini non è dei più educati nei confronti della signora ma capisco che possa esser difficile aver a che fare tutti i giorni con persone anziane poco lucide. Arriva il medico e mi dice che devo fare una tac cervicale, io controbatto cercando di spiegare che il mio collo sta benone, so che le cadute da cavallo talvolta vengono sopra stimate in pronto soccorso, lei con fare stizzito mi risponde di pensar a star in sella che a curarmi ci pensano loro.
Tac, al bacino.. Ma dai?! giusto giusto dove mi fa male.
Stanza, non sopporto più il collarino, chiedo se posso toglierlo visto che ormai è chiaro che il problema e’ altrove ma mi dicono “no! Adesso arriva il neurologo e le spiega cos’ha nel dettaglio, dalla tac risulta una vertebra segnata sulla lunghezza, non scomposta quindi non c’è uscita del midollo stia tranquillo” non mi agito si figuri ma continuo a non capire il collarino, scopro esser le 18.30 capiso perché la mia schiena non sopporti più la spinale.
Passa un po’ di tempo, cambia della gente nei letti vicini a me. Sento una ragazza chieder da mangiare e un’infermiera indicare alla madre la macchinetta delle merendine, mi chiedo se in ospedale non dovrebbero fornire loro del cibo idoneo alle varie prognosi. Scopro più tardi che la ragazza e’ svenuta, ha un prolasso di una valvola cardiaca e come me ha saltato il pranzo.
Passa ancora del tempo, sono le 19,30 e decido di allentare il collarino. Chiedo ad una infermiera se può chiamare Patrizia, e’ in sala d’attesa da 4 ore, volevo dire di andar a casa. La dolce signora bionda non chiama Patrizia ed evita con passi veloci di passar vicino a me. Ho il collare lento, adesso ci vedo.
20,30 neurologo, spiegazione di quello che ho. 4 processi vertebrali trasversi rotti, sono le alette della colonna vertebrale a cui si attaccano i muscoli. Devo mettere un bustino.
“Adesso può alzarsi e andare a casa”
5 ore su una spinale, 4 cosi li rotti. Mi alzo e…. oh oh gira tutto, ciao ciao.
Svengo, per fortuna il lettino ha delle sponde, per fortuna Patrizia e’ dietro di me. Mi prende al volo lei, mi ricoricano sul lettino. Ri- buongiorno a tutti. Mi riprendono e mi dicono che mia moglie era fuori altrimenti si impressionava. Sto zitto, il rapporto intimo per 5 ore con la spinale ha calmato anche il mio lato sanguigno. Controllo pressione, ok. Patrizia rientra ” ho dei biscotti ne vuoi? Ti han dato qualcosa da mangiare?” no non ho mangio nulla dalle 4 macine di colazione: meno di 380 cal, non mangio la Macedonia come indicato sulla confezione, quindi meno del 20% del mio fabbisogno giornaliero, e no non mi han dato nulla.
2 biscotti e una fiala di toradoll sottolingua, un medico si accorge che non posso star in piedi senza antidolorifico. 15 min perché faccia effetto e si parte.
“Sali sulla carrozzella che ti portiamo alla macchina” ok! Salgo. La carrozzella sembra una montagna russa. Oh oh ciao ciao mondo! Di nuovo.
Mi riprendo e il medico mi dice: ” non è molto coraggioso.. non l’abbiamo messa noi a cavallo! Adesso decida cosa fare, se vuole la mando a casa in ambulanza!” Sto calmo, uomo ringrazia la spinale e i 4 cosi rotti in un’altra situazione non staresti ancora lì tronfio nella tua polo rossa stropicciata, mettiti a dieta che il sovrappeso fa male e non fumare, sei un medico, dovresti saperlo… invece di venire a dire a me che me la sono cercata visto che vado a cavallo….
mi risiedo sul letto, mi riprendo un po’, riagguanto il sacchetto dei biscotti, ne mangio altri 4 e sta volta ci sono!
Non posso dir nulla del sistema sanitario, ho avuto tutte le cure di cui bisognavo, avrei potuto usufruire anche di “uno strappo a casa” che ho preferito lasciare a chi ne avesse realmente bisogno,
circa sette ore in ospedale senza acqua ne cibo, senza nessuno che ti chiedesse se avessi fame o sete, sinceramente non mi ero accorto di quanta fame avessi, a casa ho mangiato una pizza e mezzo in 3 min, avvertivo solo il fastidio a tutta la schiena per la spinale. Un po’ di umanità vedevo le infermiere cazzeggiare dietro il bancone, fai una bella cosa vieni a far 4 chiacchiere con la nonnina vicino a me, e’ inutile che la tua polo abbia una scritta O.S.S. sulla schiena se di sociale non hai nemmeno il profilo Facebook.
Rimpiango un po’ le vecchie e brutte strutture ospedaliere veronesi, ieri sembrava di stare sul set di E.R. senza Clooney ovviamente, dove tutto era meno bello ma le infermiere ti coccolavano un po’.
Comments
Caspita che brutta avventura!!! Spero che ora vada meglio. Purtroppo hai ragione, E.R. e Grace Anatomy non hanno niente a che fare con i nostri ospedali dove sei solo un numero che tra l’altro rompe le palle perchè hai interrotto qualcuno che era in chat… Ne so qualcosa e forse a chi si dedica a questo lavoro (molto impegnativo) dovrebbero anche insegnare l’Umanità.. Dovrebbero capire che dietro a quel cartellino c’è una persona vera e non un manichino per le prove..
Beh ti mando un abbraccio, ed uno anche a Patrizia che povera ha atteso fuori per ore!! Guarisci presto e torna in sella..
Morena
Grazie mille Morena, ricambiamo gli abbracci!!
eh… a pisa non va meglio… quando il mio babbo ha avuto l’infarto è stata più o meno la stessa scena… troppi parcheggi e troppi pochi sorrisi… dai, menomale “non è nulla”… un abbraccio!
🙂
Un pezzo scritto in maniera davvero magistrale, anche se sarebbe stato meglio non doverlo scrivere, vero?
La tua analisi è lucida, caro Gabrio, e per niente piagnucolosa: denunci cose accadute, fatti, e fai riflessioni molto giuste. Mi piacerebbe che questo pezzo potesse essere letto da qualcuno che conta, qualcuno che ha voce in capitolo: è inutile progredire con macchinari fantascientifici se ciò che manca è l’umanità. E non è un dettaglio da poco. La supponenza, l’arroganza e la pigrizia di certe persone rovinano tutto.
Spero scriverai ancora, Gabrio, e di certo ti auguro che siano argomenti più lieti.
Un abbraccio a tutti e due,
Manu
<3