Ci sono molte cose che mi lasciano sempre stranita di Mentone ogni volta che ci andiamo.
Come faccia una cittadina piuttosto grande a trovarsi esattamente su un confine, per esempio. Oppure come sia possibile che due città come Mentone e Nizza possano coesistere in un raggio di distanza così piccolo.
Oppure come possano essere le sue architetture così diverse da quelle italiane( ma questo devo ammetterlo forse è dovuto alla mia pressocchè nulla conoscenza della Liguria, che forse potrebbe contraddirmi in questa mia convinzione)
In tutte le zone di confine vi è una forza mescolanza: di lingua e di appartenenza. Qui fino al 1860 era territorio italiano in fin dei conti.
Il dialetto Nizzardo ha in effetti una qualche derivazione dall’italiano, ma se a Mentone qualcuno parla italiano è solo per la grande affluenza turistica non per tradizione.
Lungi da voler essere una critica, Mentone è una bellissima città: imperdibile il suo piccolo ma delizioso mercato in cui acquistare buonissime marmellate artigianali e latte crudo.
Splendidi i suoi innumerevoli giardini tra cui una visita è d’obbligo a quello di Carnolès
E poi il suo intricato dedalo di viuzze e scalinate del centro storico, il museo di JEAN COCTEAU, il lungo mare, il cimitero
e poi le magnificenti costruzioni dell’epoca d’oro della costa azzurra, alcune tutt’ora hotel, altre diventate case di riposo di lusso.
Insomma una vera città francese, tutta da scoprire, appena al di là di quel confine che anche se non più protetto è pur sempre molto molto reale.
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