8 Febbraio 2014: inaugurazione a Bologna della mostra “Il mito della golden age – Da Vermeer a Rembrandt – Capolavori dal Mauritshuis“.
Ma forse merita soffermarsi un attimo per capire come La ragazza con l’ orecchino di perla sia arrivata in Italia.
Quest’opera opera fa parte della collezione permanente del Mauritshuis di Den Haag , secondo molti addetti ai lavori uno tra i musei in assoluto più belli di tutta Europa.
Il Mauritshuis, scrigno del periodo d’oro della pittura olandese, nasce come dimora privata convertita in museo nel corso dell’800. Per venire incontro alle nuove esigenze espositive e al maggior flusso di visitatori la sede è stata chiusa circa due anni fa e riaprirà il 27 giugno prossimo dopo i 26 mesi necessari alla realizzazione dei grandi lavori di ampliamento.
Il nuovo Mauritshuis includerà l’edificio di fronte che è stato acquistato e che verrà collegato alla sede principale tramite un ampio spazio sotterraneo di accoglienza visitatori, sul modello degli interventi effettuati al Louvre, ottenendo così uno spazio espositivo più che raddoppiato.
Gli importanti lavori sono stimati avere un costo intorno ai 40 milioni di euro e, al fine di contribuire al finanziamento, è stato deciso di dare in prestito il famosissimo quadro di Vermeer.
Non appena si è diffusa la notizia, tutte le istituzioni museali del mondo si sono mosse per cercare di accaparrarsi il capolavoro: la scelta è caduta su Giappone e Stati Uniti.
Così durante tutto il 2012 l’opera è stata esposta nelle città di Tokio e di Kobe registrando un incredibile record di un milione e duecentomila visitatori.
Nel 2013 la Ragazza si sposta negli Usa: San Francisco, Atlanta e in ultimo New York registrando anche qui il tutto esaurito.
A fine 2013, probabilmente grazie al grandissimo entusiasmo che stava suscitando il tour de La Ragazza con l’ orecchino di perla, il direttivo del Mauritshuis decide di prestare l’opera anche per i primi mesi del 2014 fino all’apertura della nuova sede in giugno.
Marco Goldin, che alla chiusura del museo si era candidato , primo di molti altri, si era candidato per portare “la ragazza” in Italia, viene chiamato e gli viene offerta la grandissima ed insperata possibilità.
Ma ad una condizione: entro 10 giorni deve essere in grado di comunicare la sede in cui la mostra verrà ospitata che chiaramente dovrà ottemperare ad una serie di caratteristiche, tecniche e di sicurezza, oltre che, non ultimo, di prestigio.
L’operazione non è delle più semplici, ma Marco Goldin, supportato dallo sponsor Segafredo Zanetti, ce la fa e la scelta cade su Palazzo Fava, piccola ed incantevole sede museale, ubicata nel cuore di Bologna.
Adesso che l’accordo sulla sede è raggiunto anche Goldin detta le sue condizioni: a lui non interessa importare una mostra “pacchetto completo”, vuole piuttosto tracciare un percorso espositivo da lui pensato e concepito, che si integri egregiamente con il palazzo che lo ospiterà e con il pubblico prevalentemente italiano che ne fruirà. Richiede quindi al Mauritshuis diverse ed ulteriori opere.
Dalle 14 tele della mostra esposta a New York si passa a 37 opere, moltissimi capolavori egregiamente “spiegati” attraverso le esaustive tavole di lettura presenti, che Marco Goldin fa disporre in 6 sale, anzi in 5 più 1 perchè la sala finale è interamente dedicata a “lei”.
Ma perchè il grande successo di questa opera? Vermeer dipinse questa tela intorno al 1665 ,10 anni circa prima della sua morte, e nonostante non godesse di grande agiatezza economica, tenne il quadro sempre per se’. Sarà per questo che alla morte dell’artista la tela venne poco considerata tanto da rimanere a lungo tempo sotto un manto di polvere.
Indubbiamente il romanzo e il susseguente film che vertono su questa opera hanno molto contribuito all’estrema popolarità del quadro, nonostante entrambi non abbiano alcunissimo riscontro storico.
La ragazza con l’orecchino di perla infatti, e questa teoria è ormai universalmente condivisa, è quello che in linguaggio tecnico si definisce un tronie, e cioè una rappresentazione che partendo dalle sembianze reali le trasforma integrando caratteristiche di volti diversi fino a creare delle creature ideali, verosimili ma non reali. Il motivo per cui si dipingono questo tipo di soggetti è da ricercarsi nelle necessità dei collezionisti e mercanti d’arte. Infatti se da una parte il ritratto è un genere molto in voga, dall’altra bisogna andare incontro alla necessità del collezionista che vuole trovare opere pronte da acquistare subito, senza però appendersi in casa il volto di un estraneo.
Nella sala che il curatore della mostra ha voluto interamente dedicare a questo quadro, si ha la percezione piena della profondità ed importanza di questa tela, i dettagli emersi dall’ultimo restauro hanno ancora di più dato a questa immagine quella che in termini un po’ banali potremmo definire una incredibile capacità di bucare lo schermo.
I tocchi rosei sul labbro inferiore, il leggero umidore all’angolo della bocca, il colpo netto di luce di quell’orecchino che nessun orafo è mai stato in grado di rifare.
E ancora il naso che scompare in un tutt’uno con la guancia, la particolare posizione delle spalle che chiama con lo sguardo e respinge con il corpo.
E in tutto questo una emozione che aumenta mano a mano che continui a guardarla.
Come ha raccomandato Marco Goldin: quando arrivate nell’ultima sala prendetevi il tempo per entrare in comunicazione con lei, è questione di qualche momento ma poi non la dimenticherete più.
La mostra si tiene a Bologna, Palazzo Fava, 8 Febbraio – 25 Maggio 2014
Comments
spero di andarci presto!!!!
se ne hai la possibilità non perdertela!!
Questa non me la voglio proprio perdere! Mi sono innamorata di quest’opera a 13 anni, quando ho letto La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier. La curiosità e l’immaginazione poi hanno fatto il resto..UNICA!
Ti consiglio allora di prenotare la tua visita on line per evitare le lunghissime code previste! un abbraccio Mara!
Pingback: Bologna.... la bella! | Fashion for Travel