Art Verona è un appuntamento del calendario fieristico cittadino tra i più attesi per noi, non solo per la manifestazione in se, ma anche e soprattutto per gli eventi esterni ad essa collegati che fanno respirare un’aria diversa in città.
L’appuntamento che quest’anno abbiamo apprezzato di più è stata la live performance dell’artista Biljana Bosnjakovic.
APPARENTLY DYING il titolo dell’opera messa in scena nelle splendide sale della galleria Deposito A
Grande affluenza di pubblico e grande interesse per questa performance che nella sua immobilità ha rapito i presenti. Il pubblico, quasi ipnotizzato dalla lentezza e dalla fortissima espressività delle movenze della artista, ha tenuto lo sguardo puntato su di lei per gli oltre 40 minuti della durata della performance.
Biljana, originaria di Uzice in Serbia e Veronese di adozione,ha usato come sottofondo alla sua interpretazione una particolarissima aria: Dido und Aeneas: Dido’s Lament di Klaus Nomi che ha perfettamente sottolineato il pathos e i “colori” di questa performance
Anche una città come Verona, poco viva da un punto di vista di contemporaneità artistica, sa, se stimolata, tirar fuori qualche perla,
così grazie ad Art Verona scopriamo atelier di artisti che sembrano interni Berlinesi,come quello di Corinna Ferrarese di queste foto
e persino qualche happening dal sapore underground all’interno delle ex ghiacciaie dismesse ( e prossime all’abbattimento)
Uno indirizzato ai nomi più consolidati, e l’altro, sicuramente più curioso, con delle novità interessanti. In quest’ ultimo molti gli spazi indirizzati ai bambini in un valido tentativo di avvicinare l’arte alla quotidianità in un momento della vita in cui la ricettività è massima, e in un momento storico in cui invece pochissima importanza vi è data.