Marca Treviso è il consorzio di promozione turistica della terra dove Antonio Canova nacque e dove tuttora si trova la famosa gipsoteca che ha messo a disposizione una sessantina di opere per dar vita alla mostra Canova ad Assisi di cui parleremo molto presto.
Il trevigiano è terra di gente con una forte vocazione imprenditoriale, e questo ha fatto in modo che in passato poco risalto fosse dato alle enormi ricchezze culturali che la zona possiede, e alle risorse che da questo patrimonio possono derivare. Il consorzio Marca Treviso opera con successo da diversi anni proprio per supplire a questa carenza e ha trovato quindi naturale “accompagnare” questa importante mostra, vedendola come un efficace mezzo per far conoscere le eccellenze di Treviso in termini di tipicità, ristorazione, enologia.
E’ così che il 10 agosto scorso, all’inaugurazione ufficiale della mostra Canova ad Assisi (che si è tenuta alle 18 presso il bellissimo palazzo Monte Frumentario), dopo i consueti discorsi di presentazione delle autorità, tutti gli invitati hanno potuto assaggiare vini e sapori della provincia di Treviso attraverso una serie di preparazioni di 5 diversi chef, tutti provenienti dalla Marca.
Ma la parte più interessante della giornata è stata in realtà prima dell’inaugurazione ufficiale. Nel primo pomeriggio infatti un piccolo gruppo di blogger, tra cui noi, ha avuto l’onore di conoscere da vicino questi chef, che hanno preparato davanti i nostri occhi, in un organizzatissimo show cooking, i loro finger food esplicitamente ideati sul tema del Canova. Da qui il nome dell’evento : Canovafood. Questi chef hanno studiato le abitudini gastronomiche dello scultore (che per esempio aveva un amore particolare per il pane che amava accompagnare con tutto e sgranocchiare di continuo), si sono documentati sui prodotti del territorio già in uso a quei tempi, ed hanno anche messo a punto un impiattamento che visivamente avesse un richiamo con le linee scultoree dell’artista di Possagno.
Un lavoro notevole che a parole non potremmo descrivere meglio di quanto sappiano fare le immagini.
La prima composizione che potete vedere nella foto qui sopra è “Amorino” dello chef Nereo Dussin ( Ristorante Locanda Dussin di Piavon di Oderzo). La testa della statua dell’amorino alato di Canova venne gravemente danneggiata (e poi ricostruita) a causa di un bombardamento durante la prima guerra mondiale, e il candore marmoreo del calamaretto con i suoi tentacoli che rimandano alla capigliatura ne sono una sua geniale rappresentazione. Servito con giardiniera , gelatina di limone e un budino freddo accompagnato da dadini di pane
Diana Bertuola ( Ristorante Villa Castagna di Nogarè di Crocetta del Montello) ha messo in opera “la danzatrice con cembali” : quenelle di formaggio morlacco con verdure, miele, olio e dei particolare spaghetti al nero di seppia esiccati che simboleggiano i chiodi che Canova usava nei suoi gessi preparatori per riuscire poi a rispettarne le proporzioni, detti le “repere”.
E’ la volta di Beppe Agostini ( ristorante Teatro dei sapori di Castelfranco Veneto) Questo chef è uno dei precursori della filosofia Kilometro zero e qui ci presenta “la gallina Canoviana in perle“: una variazione di gnocchetti ottenuti impastando petto di gallina, pane e latte di mandorle e poi serviti su un letto di radicchio accompagnati da cubetti di gelatina di prosecco
Ecco poi Pietro Pusceddu di Villa Razzolini Loredan di Asolo con i suoi Gnocchi canoviani con crema al Morlacco e cialda croccante Anche questi gnocchi sono molto particolari: preparati con un impasto di uova, farina di mais e fagioli borlotti nani di Levada , vengono conditi poi con una crema al morlacco. La ricetta si presenta in delle ceramiche adagiate su una base rotante, così come Canova voleva che fossero ammirate le sue sculture per poterle apprezzare a tutto tondo.
Infine gli “amori in tavola del maestro” di Guerrino Menegon ( ristorante Da Jerry di Monfumo) che unisce nello stesso piatto tutti gli alimenti amati dallo sculture. Qui infatti abbiamo dei bigoli (una preparazione fortemente caratteristica del territorio veneto) conditi con verdure, pinoli e colatura di alici tutti ingredienti che la letteratura indica come preferiti dal Canova e accompagnati da dei piccoli panini aromatizzati
E’ sempre un piacere vedere dei grandi professionisti all’opera
ma in questo caso ci ha particolarmente colpito la capacità di lavorare a ritmi serrati e senza sbavature seppur in un ambiente, come Palazzo Monte Frumentario, assolutamente non concepito per ospitare un evento che normalmente ha luogo all’interno di una cucina professionale
Il Prosecco D.O.C.G.prima di tutto, sia il Valdobbiadene (cantine Serre Sovrè e Alba Rossa) che quello d’ Asolo che ha un’area di produzione ancora più ristretta rispetto al primo (millesimato della cantina Cirotto); ma anche l’ottimo fermo Manzoni bianco (cantine Conte Loredan Gasparin e Case Paolin )
Finito lo showcooking abbiamo anche noi preso parte all’inaugurazione ufficiale della mostra
L’organizzazione ineccepibile è stata in grado di gestire alla perfezione i numerosissimi invitati che fino all’ultimo hanno avuto modo di degustare i vini trevigiani e le preparazioni degli chef, che ai piatti dello showcooking hanno affiancato numerose altre proposte. L’iniziativa, come abbiamo potuto personalmente constatare, è stata estremamente gradita dal pubblico umbro, coronando così un riuscitissimo gemellaggio culturale nel nome del grande maestro di Possagno
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