Deltebre e l’etica del Travel Blogger

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Ultimo post dell’anno…. difficile decidere come chiudere un anno fatto di viaggi, di eventi, di incontri!

Molti “colleghi” scelgono di chiudere con un post di bilancio, altri con un post di saluto e di augurio per l’anno che arriva…

…noi abbiamo scelto di fare una cosa che non abbiamo mai fatto prima: e cioè di parlare di un posto che NON ci è piaciuto.

Molto spesso la domanda che ci sentiamo fare è:

ma possibile che tutto quello che vedete e provate sia bello, buono, fatto bene?

No non è possibile, e infatti non lo è!

E quindi?

E quindi è molto semplice: quando una cosa non ci ha convinto semplicemente decidiamo di NON parlarne, e non certo per “viltà” ma per una serie di motivi che riteniamo molto etici.

Innanzitutto per rispetto del lavoro altrui: una singola esperienza potrebbe andare male per una miriade di motivi del tutto casuali che non rispecchiano l’autentica essenza di una attività (ristorante, albergo, località turistica che sia): amplificare questa singola esperienza negativa con della cattiva pubblicità potrebbe essere un errore che causa immeritatamente dei seri danni a chi mette impegno nel proprio lavoro.

In secondo luogo noi siamo dei narratori, non dei giudici: non siamo titolati ad esserlo e non abbiamo neppure voglia di esserlo. Decidere di non parlare di una cosa è a nostro parere il miglior modo per non pubblicizzarla, tenendo fede alla nostra professionalità, e con l’umiltà di sapere che il nostro è soltanto uno dei pareri possibili.

C’è poi da dire che il nostro approccio prevalentemente fotografico tende a mostrare i luoghi più che descriverli e quindi ci piace pensare che ognuno di voi possa formarsi, attraverso le immagini, una sensazione abbastanza personale su ciò che vi stiamo mostrando, al di là di quello che possiamo scrivere.

detto questo… Deltebre non ci è piaciuta per nulla!

Questa area a metà strada tra Barcellona e Valencia, che coincide con il delta del fiume Ebro (come suggerisce il nome stesso) in Spagna, ha vaste ed intensive coltivazioni di riso e termina con un’area protetta denominata Delta de L’Ebre.

Qui immaginavamo di poter fare delle lunghe passeggiate con dei panorami indubbiamente affascinanti, peccato che non appena scesi dal nostro mezzo, nonostante non fosse ancora estate, siamo stati letteralmente assaliti da “sciami” ( si chiamano così?) di enormi zanzare…mai vista una cosa del genere, persino Eva, la nostra dobermann, scappava perchè si sentiva pungere ovunque. Non abbiamo potuto far altro che scappare via a finestrini serrati, vi assicuro che in confronto la Camargue non è nulla!

Qui ragazzi non si tratta di etica…ma di sopravvivenza quindi Deltebre non ve la consigliamo per nulla!!

😉

Al prossimo anno!!

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Deltebre e l’etica del Travel Blogger ultima modifica: 2013-12-31T10:26:23+01:00 da patrizia

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Comments

  1. Emanuela
    Dicembre 31st

    Bravi!
    Sono completamente d’accordo con voi: anch’io non mi soffermo su ciò che non mi piace e per gli stessi motivi che citate voi.
    Spazio alla positività, non alla distruzione: d’altro canto, nessuno o niente può riuscire a piacere a tutti. Viva la differenza.
    Anche Deltebre troverà qualche estimatore 😉
    Buon anno, ragazzi!
    Manu

    • patrizia
      Gennaio 3rd

      hehehehhe magari uno studioso di insetti la adorerebbe!! auguroni anche a te Manu!!

  2. patrick
    Gennaio 3rd

    Post molto interessante. Le vostre argomentazioni sono valide, ma io sinceramente non sono troppo d’accordo e penso sia un po’ una deriva negativa, dovuta alla sovrabbondanza di blogtour anche se certo è più facile parlare di cose che hanno colpito perché belle ed emozionanti. Forse è un po’ una distorsione professionale, visto che nella vita faccio il giornalista, un ruolo diverso, ma se un posto è brutto o ha dei limiti trovo che sia giusto scriverlo, naturalmente dopo una valutazione approfondita di cosa non è piaciuto o cosa è andato storto. Ma è molto difficile.

    E personalmente non ho mai visto un articolo negativo su un giornale o su una rivista dopo un viaggio stampa come non ne ho visti di negativi dopo blog tour… Ma almeno quando si viaggia per conto proprio bisognerebbe sforzarsi di essere sinceri e scrivere degli aspetti negativi o delle brutte esperienze: io ci ho provato, con la serie di post sulle truffe di viaggio, con le cose da non fare a Tokyo e New York, ma concordo che non è facile ed è particolarmente delicato.

    Devo dire che però non mi piacciono nemmeno i post stile ‘vendetta’, del tipo ‘non mangiate qui’, un po’ troppo concentrati su un singolo locale, più adatti a tripadvisor. L’argomento andrebbe discusso più approfonditamente, e forse i commenti a un post non sono il ‘luogo’ giusto.

    • patrizia
      Gennaio 3rd

      Condivido in pieno tutto quello che dici, anche se può non essere il mio modo di muovermi, d’altra parte tu appunto sei un giornalista ed hai sicuramente una professionalità che ti permette di “gestire” la delicatezza della situazione con molto più agio, permettimi il termine. A volte anche noi consigliamo di non andare in alcuni posti, mi viene in mente il museo della 24 ore di Le Mans, ma se si tratta di attività commerciali preferisco tacere per i motivi spiegati nel post e anche per quello che dici tu…l’idea di una vendetta da mezzucci è dietro l’angolo…e considerato tutto questo scelgo la strada del silenzio.Senza comunque mai mentire, blog tour o meno che sia se una cosa non mi ha convinto NON ne parlo.

  3. patrick
    Gennaio 3rd

    Però in altri settori, per dire vino e tecnologia, i blogger sono ‘temuti’ e per questo assumono anche più rispettabilità. Non dico che si dovrebbe diventare temuti, non è sempre una bella cosa, ma se si vuole promuovere un proprio stile di viaggio, le proprie idee su cosa dovrebbe offrire un ristorante o una località turistica, secondo me lo si dovrebbe scrivere. E’ la cosa più difficile, ma è uno dei modi in cui si offre maggior valore al lettore.

    • patrizia
      Gennaio 3rd

      c’è da riflettere, molto. Forse ogni cosa al suo tempo, con la giusta “anzianità” ed esperienza magari arriveremo a fare anche quello, anzi magari sarà una naturale evoluzione, per ora non mi sentirei a mio agio

  4. monica
    Gennaio 3rd

    Mi piacciono le riflessioni e la discussione che questo post sta suscitando.
    Personalmente non partecipo a blog-tour anche x questo motivo: penso che se un ente/azienda invita un blogger è xchè si aspetta della pubblicitá positiva e non parlarne vanifica comunque le loro aspettative; parlarne negativamente ne rovinetebbe la reputazione e a lungo andare dubito che quel blogger verrebbe invitato ancora con la stessa frequenza.
    Ognuno di noi ha i suoi criteri di giudizio e chi ci segue li conosce e spesso vi si rispecchia: è x quello che si fida di noi e noi dobbiamo far di tutto x rispettare questa fiducia.
    Nemmeno io parlo di luoghi che non mi sono piaciuti x niente ( ci sono altri canali x questo genere di stroncature e non lo faccio nemmeno nella vita di tutti i giorni), ma se di un posto colgo degli aspetti migliorabili o delle cose di cui mettere in guardia il lettore lo faccio in modo trasparente (mi viene in mente il post sui campeggi in corsica)
    Non sopporto e smetto di seguire invece chi usa il blog come strumento di ricatto e di vendetta: sono persone che non si meritano nemmeno un secondo del mio tempo!

    • patrizia
      Gennaio 4th

      Ciao Monica! grazie di aver espresso il tuo punto di vista! Quello che tu dici è vero: io ai blog tour partecipo ma ho un mio modo di muovermi. Quando ricevo un invito mi documento sulle strutture sugli organizzatori e un po’ su tutto quello che mi aspetta, se vedo che per opinioni condivise o anche semplice sensazione la cosa potrebbe non andare benissimo rifiuto l’invito in modo da non crearmi i presupposti per un impasse del genere. Fino ad ora questo sistema ha funzionato e mi sono trovata sempre a raccontare di effettive bellissime esperienze/ luoghi /strutture. Sicuramente non sarà un metodo infallibile ma se dovesse capitarmi parlerei con i diretti interessati e direi come stanno le cose specificando che non scriverò nulla riguardo… e se non mi inviteranno più non potrò che esserne contenta! 😉

  5. Ciao Patrizia, ora non vorrei distruggervi, ma davvero pensate che una recensione negativa sul vostro blog (vostro inteso categoria travel blogger) possa distruggere la reputazione di una località?! In quanti vi leggono, e di quelli che vi leggono, in quanti pensate che lo facciano perché il vostro giudizio è importante per la scelta di una vacanza?
    Il problema etico è che si viene invitati, ovvero ci si mangia e dorme gratis, ovviamente diventa imbarazzante dire: mi faceva schifo. Cosa che peraltro non capita forse mai, a meno che l’operatore non sia un folle (o non abbia una piantagione di zanzare nei dintorni).
    Che poi, lasciatemi indovinare, nel Deltebre ci eravate andati per conto vostro vero? Nessuna proloco vi sta maledicendo per aver pensato di invitare, tra tanti, proprio voi: ingrati senza l’autan.
    PS Buon anno!

    • patrizia
      Gennaio 5th

      Ciao Paola, buon anno anche a te!
      Guarda, per me il problema etico si pone a prescindere dall’essere invitati e per questo salvo sporadici casi (le zanzare da compagnia sono più forti di me!!) non parlo di esperienze negative avute in viaggio ( a prescindere dal fatto che al mondo cambi qualcosa o meno) , quanto all’ imbarazzo: certo si creerebbe nel caso in cui venissi pagata per provare una struttura,ma non certo per il fatto di essere chiamata aggratis: non è quello che mi fa scegliere di sorvolare ma proprio quello che ho scritto sopra. Poi per altri potrà non essere così

  6. Giovy
    Gennaio 7th

    Ci sono dei luoghi che non mi sono piaciuti affatto e nei miei post racconto sempre se non vale la pena di fare qualcosa.
    A dirla tutta, a volte, vorrei anche essere meno buona.

    • patrizia
      Gennaio 7th

      hehhheh ogni tanto ci sono delle situazioni che ti farebbero venir voglia di andarci giù pesante in effetti ma fino ad ora noi ci siamo sempre tenuti! 😉

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