Henry Hargreaves – No Seconds, COMFORT FOOD E FOTOGRAFIA: questo il titolo della mostra inaugurata all’isola di San Servolo di Venezia, nelle sale del museo della follia lo scorso 6 Settembre.
Henry Hargreaves è un giovanissimo artista Neo Zelandese, naturalizzato americano, con un passato da top model che ha scelto la macchina fotografica come mezzo espressivo
La mostra, ideata da Mauro Zardetto ( foto sopra) e curata da Chiara Casarin (foto sotto)
è stata presentata nella mattinata del venerdì ad una nutrita platea di addetti ai lavori, con una conferenza stampa; mentre nel pomeriggio vi è stato il vero e proprio opening con una tavola rotonda condotta dal vicecaporedattore di Vanity Fair Matteo Gamba
Il filo conduttore della mostra è il cibo. In un climax emozionale ascendente in cui il cibo viene visto in una accezione che da giocosa diventa sempre più intima fino a toccare la tragicità.
Si inizia quindi con un pezzo della coloratissima serie -food in the rainbow-, qui il cibo trasmette gioia, è un gioco, è divertente.
Si continua con due pezzi della irriverente serie -deep fried gadgets- in cui il cibo diventa specchio del nostro consumismo in una trasposizione che punta un po’ in dito sull’inutilità dei nostri desideri
Le tre opere seguenti della serie -band riders- raffigurano cosa alcune star vogliono trovare nel loro camerino prima di iniziare lo spettacolo. Qui il cibo, nella sua valenza di confort food comincia a parlare autonomamente mostrando un lato umano, sostanzialmente debole, di personaggi che vengono visti come una sorta di supereroli
L’opera seguente della serie -burning calories- tocca in maniera scanzonata il legame malato che gran parte della popolazione dei paesi sviluppati ha con il cibo, in continua lotta con l’eccesso
Dopodichè si salgono le scale, e si sale ad un ulteriore livello.
Siamo al cospetto della serie -no seconds- : la riproduzione fotografica dell’ultimo pasto scelto da alcuni condannati a morte in America
Anche qui il climax è incisivo. Si parte da Victor Feguer che chiese un’oliva fresca, non da mangiare ma da mettere nel taschino della giacca, perchè, una volta sepolto, da lui potesse nascere un albero, trasmettendo un segno di pace e di speranza.
Si finisce con Angel Nieves Diaz, che rifiutò il pasto. L’ iniezione letale non fu sufficiente ad ucciderlo, ci volle una seconda dose, l’agonia durò 34 minuti. La sua morte sollevò un caso negli Stati Uniti
In una visione così onnicomprensiva del cibo non potevano mancare dei protagonisti che con il cibo lavorano e creano, ed infatti all’evento di inaugurazione tre grandi chef scelti per la loro personalissima visione culinaria
Andy Luotto, Pietro Leemann e Pierchristian Zanotto hanno parlato di loro, del loro piatto della memoria, hanno trasposto i sapori di cui ci hanno parlato in dei deliziosi fingers che abbiamo gustato godendoci il tramonto sulla laguna con lo skyline di San Marco in sottofondo.
Si sviluppa infatti con un importantissimo contest aperto a chiunque abbia uno smartphone ed abbia voglia di cimentarvisi e culminerà in un altro evento di finissage, che a questo punto aspettiamo con moltissima curiosità.
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