Paestum, la bellezza autentica di un luogo lasciato a se stesso.

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Paestum fu fondata dai greci intorno al 600 a.C., il suo nome era Poseidonia, da Poseidone, dio del mare, al quale la città era stata dedicata. Fu poi occupata dai Lucani tra il 400 e il 273 anno in cui divenne colonia romana col nome di Paestum.

Non è mia intenzione raccontarvi la lunga ed affascinante storia di questo famosissimo posto in provincia di Salerno a pochi passi dal mare, se la cercate potrete trovare raccontata in dettaglio qui, ma quello che vogliamo raccontarvi è cosa aspettarvi dalla visita a questo meraviglioso sito archeologico.paestum-studiotomelleri-11

Paestum non è un paese, solo pochissime case e qualche attività commerciale sorgono intorno al perimetro della zona archeologica. Quando arrivate seguite le insegne per il Museo Archeologico e parcheggiate in una delle zone adibite. L’ingresso al parco monumentale è rimasto uno solo, e quando farete per entrare all’ingresso vi diranno che i biglietti si fanno al Museo, e così andrete al museo (dove una gentilissima ragazza mi ha chiesto in inglese se ci interessava il biglietto cumulativo per museo e scavi o solo per questi ultimi) vi faranno il biglietto e ritornerete allo stesso posto dove vi avevano rimbalzato prima, ed entrerete senza che nessuno controlli il vostro biglietto. Sarete finalmente nell’area archeologica di Paestum.

Una volta all’interno del perimetro, vi troverete al cospetto dei meravigliosi templi e degli scavi che sorgono tutto attorno senza nessuna sorveglianza, i cartelli turistici sono pochi sbiaditi e per lo più illeggibili , la visita è una passeggiata nella storia in cui vi troverete soli a goderne in completa libertà( grazie all’ampiezza della zona difficilmente riuscirete a trovare affollamenti)
paestum-studiotomelleri-7Se pensate che la mia sia una invettiva sul mal funzionamento o lo stato di salute dei musei italiani siete sulla cattiva strada: tutto quanto vi ho descritto fino ad ora contribuisce a rendere ancora più incredibilmente magico questo posto.

Siamo stati a Paestum due volte, in due periodi dell’anno diversi, la prima volta la mattina presto e questa ultima, a cui si riferiscono le foto, a pomeriggio inoltrato e la magia è stata sempre una sensazione forte e presente in modo emblematico per entrambe le visite.

So che la mia opinione non è condivisa da tutti, ho sentito molte lamentele riguardo la poca valorizzazione di un patrimonio così inestimabile non adeguatamente sostenuto da strutture di accoglienza.

Ebbene questa volta mi dissocio: Paestum è magica anche perché a parlare è solo la sua stessa potenza

Il luogo è curato: l’erba tagliata adeguatamente per permettere l’agevole visita di tutte le zone archeologiche e nessuna sporcizia in giro. Certo mancano recinzioni moderne e colorati cartelli segnaletici che spieghino in 4 lingue cosa stai guardando…ma siamo veramente sicuri che questo contribuirebbe a rendere questo luogo più bello?

Il vecchio tornello in ferro dell’entrata, la palizzata in legno che delimita i templi fanno il loro compito in maniera discreta ed elegantemente oscurata dal tempo, magari se gli spazi fossero organizzati in maniera differente potresti uscire dagli scavi di Paestum più arricchito culturalmente, ma a discapito di cosa?

My two cents.
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Paestum, la bellezza autentica di un luogo lasciato a se stesso. ultima modifica: 2014-08-18T12:31:14+02:00 da patrizia

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Comments

  1. Enrico
    Agosto 18th

    Le tue osservazioni rientrano a pieno in un discorso non vecchio come il mondo ma quasi, cioè sulla bellezza ed il fascino delle rovine. Dal Rovinismo inglese del Settecento e le teorie di Ruskin sul restauro fino ad Albert Speer.
    Personalmente un certo “fascino vintage” può anche piacermi intorno ai siti monumentali: preferisco quello a certi allestimenti a metà strada tra Disneyland e l’Enterprise. Magari però una cuffia con una audioguida può essere utile, se i cartelli sono sbiaditi 🙂

    • patrizia
      Agosto 18th

      Infatti Enrico, è un argomento a cui sono sempre stata molto sensibile, senza prendere una posizione netta perché a mio parere molto dipende dal singolo caso..ad onor del vero le audioguide c’erano, ma, sempre ad onor del vero, non so dirti in che condizioni versassero! 😛

  2. Grazie, Patrizia.
    Perchè questo è il vero bello del nostro paese.
    Purtroppo poco valorizzato, e son d’accordo con te che non servono spese faraoniche per rendere un sito più visitato (lo scorso anno Paestum ha avuto circa 250.000 visitatori, troppo pochi per un luogo così meraviglioso…).
    Le colpe sono della società che lo custodisce, dove società non sta ad indicare l’ente che fa i biglietti all’interno (la mia ultima volta alla Valle dei Templi di Agrigento gli somigliava non poco…) ma quella che lo ospita, e quindi gli italiani ma più genericamente i cosidetti occidentali.
    Tutto sarebbe risolto se si usasse di più una parolina che ormai è sedueta, troppo spesso: RISPETTO.

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