Vi consiglio di iniziare il sentiero delle Tombe Reali dal tratto più vicino al Ninfeo così da risparmiarvi la grande scalinata in salita e arrivare direttamente ai piedi della Tomba dell’Urna.
Quella sulle Tombe Reali è una delle viste più maestose di tutta Petra: dalla collina della chiesa Bizantina, o dalla strada colonnata, se ci si gira si rimane ammaliati dalla magnificenza di queste facciate scolpite.
Enormi, in sequenza una in fianco l’altra, alte e sopraelevate rispetto al Siq, con una speciale magnificenza nelle decorazioni. Si tratta delle ultime dimore di dignitari e sovrani Nabatei.
La Tomba dell’Urna, (quella della foto che apre il post) si gioca con il Monastero il titolo di monumento più grande di Petra.
Costruita verso il 70 d.C. ha una grande stanza centrale con tre nicchie scolpita nella roccia. La facciata è circondata ai lati da un colonnato che si apre su un grande cortile sorretto da archi, cui si accede da una scalinata. Dapprima, nel V secolo, venne usata come chiesa, mentre nei secoli successivi fu utilizzata anche come archivio e tribunale.
La tomba subito accanto è la Tomba della Seta che è forse quella che ha subito maggiormente i danni di tempo e intemperie. La meravigliosa venatura della sua roccia dona a questa facciata delle sfumature incredibili che le hanno regalato il nome per cui è conosciuta.
A seguire:
la Tomba Corinzia ha una facciata composita che nella parte superiore ricorda quella del Tesoro, mentre la parte inferiore è una riproduzione del Triclinio di Bab as-Siq (che si trova sulla strada di ingresso, prima del Siq, con la Tomba degli Obelischi). Questa parte è divisa in sette da otto colonne semicircolari. Il monumento ha subito molti danni a seguito di vari terremoti.
La Tomba Palazzo deve il nome al fatto che è stata costruita a imitazione di un palazzo romano, cosa che porta a credere che si tratti di una delle ultime a essere completate. Si compone di tre piani.
La Tomba di Sextus Florentinus si trova leggermente distaccata dal resto del gruppo delle Tombe Reali. Si tratta dell’unica di cui si possa stabilire con un buon grado di certezza la data della costruzione grazie al nome della persona cui è dedicata. Siamo attorno al 130 d.C. e il governatore della Provincia Araba Romana la fece costruire da suo figlio. Un’iscrizione posta sull’ingresso narra le vicende della vita del governatore.
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