Il Padiglione Bahrain di Expo 2015 è uno di quelli dove sicuramente non troverete fila, e non perchè non valga la pena di essere visitato, ma per la sua conformazione aerea ed aperta che permette che la gente entri, esca, lo attaversi, vi ci passi semplicemente, o vi si fermi per un po’.
Non so dirvi una cosa in particolare che mi abbia colpito di questo padiglione, di sicuro mi sono rimaste immagini di scorci di cielo visti attraverso muri bianchi, di piante che saggiamente mi coprivano con la loro ombra, di un percorso in cui anche le altre persone come me erano in silenzio credo rapite dalla stessa poesia che ho avvertito io.
Lungo il percorso si incontrano dieci diversi frutteti, fatti da alberi che daranno frutti in diversi periodi a coprire tutti e sei i mesi di Expo: banani, giuggiole, fichi, fichi d’india,palma da datteri, melograni,limoni, ulivi, papaya e viti.
Nella sala finale del padiglione sono esposti alcuni reperti archeologici che celebrano la sua millenaria storia e rendono omaggio ai molti miti del Regno del Bahrain… per esempio lo sapevate che qui si pensa che avesse luogo il Giardino dell’Eden?
Il progetto del padiglione Bahrain prende il nome di Archeologia del verde ed e’ opera degli architetti Anne Holtrop ( olandese) e il paesaggista Anouk Vogel. Si tratta di una serie di pannelli prefabbricati di calcestruzzo bianco che formano una sagoma che richiama appunto le forme tipiche rinvenute negli scavi archeologici del Bahrain.
La struttura, che è interamente smontabile e riciclabile, al termine di Expo, sara’ trasportata in Bahrain dove diventerà un giardino botanico.
