Il Palazzo dell’Opera di Parigi, Opera Garnier, dal nome dell’architetto che lo progettò tra il 1860 e il 1875, si erge maestoso nella piazza omonima, grande crocevia Parigino. Tre linee metropolitane e 7 differenti strade si incrociano proprio in questo punto.
E infatti l’opera Garnier con il suo stile Barocco, battezzato dal suo autore stile Napoleone III, che grida al mondo la grandezza imperialista, è diventata uno dei simboli di Parigi stessa.
A contribuire non poco a questa fama anche la sua storia , mista a leggenda. La costruzione dell’opera infatti ebbe diverse battute d’arresto per la scoperta di grotte con acque sotterrane nel corso degli scavi, una delle quali dovette essere prosciugata con pompe per ben 8 mesi. Questo fatto fece circolare strane voci che presero ancora più piede quando lo scrittore Gaston Leroux vi ambientò il famoso romanzo Il fantasma dell’Opera chiedendo persino all’architetto Garnier disegni e progetti dell’edificio per la stesura del romanzo.
Esternamente l’opera Garnier è decorata con elaboratissimi fregi in marmo multicolore, l’oro luminosissimo è onnipresente, e le molteplici colonne e statue ritraggono divinità della mitologia greca.
L’interno è costituito da intrecci di corridoi, vani, scale, nicchie e pianerottoli che tuttavia permettono il movimento di un gran numero di persone. Velluto, oro, motivi di ninfe e cherubini : l’interno è il tipico esempio di sontuosità barocca.
La superficie del soffitto, che circonda il lampadario centrale che pesa più di sei tonnellate, contiene dal 1964 un dipinto di Marc Chagall, che è stato installato su un telaio rimovibile sulle scene originali, non da tutti apprezzato, anche se, a nostro avviso, il cromatismo dell’artista si fonde in maniera armonica con il bagliore del barocco circostante
Se il sogno sarebbe un salto del tempo per vedere l’opera Garnier quando Proust frequentava queste sale, tuttavia un teatro resta sempre un teatro e piuttosto che fare una sterile visita a palco chiuso provate a prenotare un biglietto per uno spettacolo. Il ricco calendario di balletti è a prova di barriere linguistiche!
