E’ un maggio grigio, così grigio che anche il Verona Pride 2019 risulta essere offuscato dai temi politici.
Chi, come me, ama i Pride colorati, estrosi, irriverenti si è trovato invece una manifestazione composta, senza particolari eccentrici personaggi tipici dell’ estrosità gay, una manifestazione che evita le vie e le piazze principali della città, che si rifugia nel più multi etnico e open mind quartiere di Veronetta quasi a non voler dar fastidio, quasi a far vedere che, insomma, esiste un popolo omosessuale con cui si può tranquillamente convivere perché non ti darà fastidio.
Perchè il problema è ancora questo, e in questo particolare momento storico italiano è ancora più questo: CONVIVERE.
Mettiamoci in testa che non solo si può convivere, ma che anzi lo si deve fare, in tutta la naturalezza di una normale società che deve guardare alla persona in sé e non al suo essere politico, religioso, sessuale, razziale.
Ma questo pensiero è ben lungi dall’essere normale e per questo la comunità gay ha deciso di prendersi carico, nella sua manifestazione, non solo della sua rivendicazione ma quella di tutti gli esclusi dal concetto dominante di normalità, e questo, in un certo senso, non è giusto.
Non è giusto perchè ognuno di questi problemi è importante ed è grave, ognuno va affrontato con le sue dinamiche e modalità e se è bello pensare ad un grande abbraccio che si prende cura insieme dei “deboli” della società, non è poi invece efficace in termini di impatto.
Rivoglio un Pride che sia fatto per l’orgoglio gay, rivoglio le drag a colorare le strade, rivoglio le nonnine divertite ai balconi dal frastuono della manifestazione.
E sapete perchè? Perchè siamo tutti animali con un imprinting, ma a differenza degli animali che difficilmente accettano ciò che non hanno visto nei primi tre mesi della loro vita, noi possiamo evolverci, colmare le lacune avute da una società diversa in cui siamo cresciuti, accettare quel che non conosciamo non con un atto di accondiscendenza ma con la cultura della conoscenza.
E visto che questo tipo di conoscenza è da molti rifuggita, è per questo che i Pride sono oggi più che mai necessari.
E sono necessari non in sordina, ma in tutta la loro forza: che prenda allo stomaco, che dia fastidio, che urti le sensibilità, che scuota, che ti ci faccia sbattere il muso contro quello che non vuoi vedere, perché tu veda che esiste e finché diventerà per te la normalità.
