Ormai ve lo possiamo dire: siamo stati invitati a prendere parte , insieme ad altri 50 travel blogger da tutto il mondo, al World Tourism Forum 2016 di Istanbul che si terrà i primi giorni di Febbraio.
Abbiamo avuto la comunicazione l’ultimo giorno del 2015, finché eravamo in Francia e la felicità è stata enorme.
Lo è stata indubbiamente per l’orgoglio di essere chiamati a prendere parte ad un evento importantissimo per il nostro lavoro e il riconoscimento che, in questo invito, viene dato al nostro progetto, che pezzettino dopo pezzettino ci sta confermando che stiamo creando qualcosa di buono, magari di diverso da molte altre realtà esistenti, ma di indubbiamente apprezzato.
Il secondo motivo di felicità è il fatto di poter visitare un luogo per noi ancora sconosciuto, ma con un nome estremamente affascinante al solo pronunciarlo. Istanbul.
Poi sono passati i giorni, in cui si sono succeduti lo scambio di mail con gli organizzatori per rendere questo appuntamento sempre più concreto, la mail dell’ambasciata turca per i documenti necessari e le notizie dell’ansa.
Sicuro abbiamo avuto delle perplessità, sicuro ci abbiamo pensato, ma dopo averne parlato è altrettanto sicuro che, accoglieremo l’invito.
Così andremo a conoscere Istanbul.
Tutte le persone che mi hanno parlato di Istanbul lo hanno fatto con quella luce negli occhi che tradisce l’innamoramento, il trasporto, il rapimento dei sensi, e adesso non posso che essere estremamente curiosa di vederla con i miei occhi.
Sono curiosa di vedere la gente che popola questa metropoli che mi è stata raccontata come a due velocità, curiosa di attraversare quel ponte che mi hanno detto unire e non dividere, curiosa di poter vedere che ciò che è stato diverso nei secoli, diverso lo è rimasto nei secoli ed ha contribuito a creare qualcosa di grande, di unico.
Curiosa di capire cosa voglia dire avere due continenti che fanno parte della stessa città , di trovare la mia Europa in questa enorme metropoli del mondo e ancora più curiosa di vedere cose che probabilmente subito non capirò.
E’ difficile parlare di un posto che non si conosce, ma è facile parlare delle emozioni dell’attesa.
Oggi sono andata dalla mia libreria di viaggio ( sì, a Verona abbiamo la fortuna di avere Gulliver, una intera libreria dedicata solo al viaggio) e ho chiesto qualcosa su Istanbul. Lo scaffale conteneva decine di guide, alcune a fumetti, altre “d’autore”, oltre ovviamente alle classiche collane. Sfogliando quelle meno convenzionali ho ritrovato quello sguardo innamorato delle persone che mi hanno parlato della città.