La storia dell’arte ha una grossa parte nel mio background culturale fin da quando ero piccolissima, è stato per me quindi davvero un regalo scoprire che Ronchamp (il paesino dove si trova la famosissima cappella di Le Corbusier), era facilmente includibile nell’itinerario per raggiungere Parigi.
Ero emozionata quando siamo arrivati, l’emozione che si prova quando stai per arrivare al cospetto di qualcosa che reputi talmente grande che temi ti possa deludere, ecco io mi sentivo proprio così. Ronchamp è un piccolo paesino e dal suo centro bisogna percorrere una strada di qualche chilometro che si inerpica su una collina verdissima in mezzo al nulla, ti viene da chiederti perchè una pietra miliare dell’architettura contemporanea sia stata costruita proprio lì!
Per entrare a visitare la cappella di Notre Dame du Haut bisogna pagare un biglietto di 8€, quando siamo arrivati noi era semi deserto, un’altra coppia in visita e nulla più. Col cielo grigio nel colmo di questa collina verde te la trovi davanti ed è lei, bella esattamente come l’hai vista in mille foto.
Cominci a girarci intorno e scopri che dal vivo quello che si coglie non è la freddezza del moderno, ma il calore dei volumi spagnoli… si in controtendenza con qualsiasi libro di storia dell’arte, quello che ci ha evocato è la proporzione delle forme di Mirò e di Picasso, la cosa strana è che senza parlarne anche Gabrio ha trovato la stessa familiarità.
Se vi aspettate un impatto freddo e distante non lo troverete: il cemento è vivo e con le sue crepe e il suo grigio impreciso è umano come non mai.
Questa architettura vi prende per mano e vi porta dentro, delicatamente ma inesorabilmente
Che siate credenti o no, l’intento di comunicazione di questa chiesa è perfettamente esaudito: siamo al cospetto di un vero e proprio capolavoro, non solo per la perfezione e innovazione delle sue linee, ma anche per il perfetto raggiungimento di intenti: avvicina l’uomo a Dio.
Passando agli interni: questi sono forse la parte meno nota, ma non deludono. Questo che vedete è l’interno dell’ala est: il tutto è piuttosto buio, ma la luce che passa attraverso le feritoie irregolari aperte nel grosso muro inclinato, unite alla luce filtrata dall’ intercapedine che separa il tetto dalla parete stessa ( mirabolante gioco architettonico) crea a chi entra provenendo dalla piena luce, lo stesso effetto visivo dei raggi che sono raffigurati in qualsiasi ostensorio. Non credo sia una casualità. Insisto nella mia idea, ma anche le ceramiche che decorano l’enorme portone sembrerebbero di ispirazione spagnoleggiante
Da pochi mesi sono stati ultimati i lavori affidati ad un altro mostro sacro dell’architettura, questa volta contemporaneo, Renzo Piano. Al nostro connazionale infatti è stato affidato il compito di affiancare alla chiesa esistente, le zone abitative delle suore del piccolo insieme monastico. Il compito non era per nulla semplice, ma l’architetto ha dato il meglio di se scegliendo la strada dell’integrazione paesaggistica.
come potete vedere la struttura si integra perfettamente coi declivi naturali del terreno
anche l’uso del cemento come materiale principe è stato rispettato. La grandezza dell’architetto si mostra nell’aver saputo affiancarsi con discrezione alla costruzione protagonista, integrandosi perfettamente con essa, un capolavoro dentro il capolavoro.
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I’m grown up among artists so I’m very fond of any kind of arts. That’s why I was so happy to discover that Ronchamp, the tiny village where the world famouse chapel by Le Corbusier is, was easly reacheable on our way to Paris.
You pay 8€ ticket to get inside the Chapel Notre Dame du Haut, after a few minutes drive up to a isolated hill. The place is perfect, and the chapel is exactly beautiful as you imagined by the pictures you saw in every book of art history.
When you walk all around it, you get the feeling of beeing in front of a spanish architecture, reminding Mirò’s and Picasso’s shapes. The uncommon hing is that the atmosphere is not cold, nor distant at all.
The inside is also really special: enlighted only by natural light. There’s a strong use of darks and lights that make a religiuos atmosphere.
Lately the italian architect Renzo Piano was called to redisign the living area where the nuns live. He found a perfect way to solve the not easy challenge: his work disappear in the natural ground, so to leave the church her proirity…a masterwork inside the masterwork!
Comments
Le Corbusier non mi è mai piaciuto.
Principalmente perchè lo ritengo colpevole di aver rovinato la vita a miliardi di persone con l’unitè d’Habitation e col concetto di casa per tutti come almeno lui l’aveva teorizzata, senza rendersi conto che tra il dire ed il fare…
Però Ronchamp e Chandigarh sono i punti più folli ( e quindi più alti) di un uomo che ha saputo vendere le sue idee intortando miliardi di persone.
E questo gli va riconosciuto.
Lui, che non era nemmeno laureato in Architettura…
Il tuo racconto è appassionato, calibrato, trasuda emozione e viene affiancato da calzanti e pertinenti fotografie.
Per cui penso che ti si debba dare atto di essere riuscita a veicolare il messaggio che avevi in mente di inviare: la tua passione per un oggetto d’arte si legge in ogni segno nero sul bianco virtuale del tuo blog.
Brava.
Continuerò a seguirti con ancor più attenzione.
E grazie di avermi fatto ricordare cosa ho studiato in questa mia umile vita…
Pax et bonum
che dire….grazie! commenti così scaldano il cuore.
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