A volte seguire luoghi comuni può essere un bene.
Da un po’ di tempo vedevamo circolare, un po’ ovunque, le foto di fantomatici fenicotteri rosa che risiedono in una centralissima via di Milano, e così, informatami sul fatto che si tratta di Villa Invernizzi, vicinissima al parco di Porta Venezia (il parco più amato dai nostri cani), ci segniamo di farci un salto alla prossima trasferta milanese.
Ci troviamo dietro Corso Venezia, in un quartiere a cui si accede tramite il monumentale Arco di via Salvini dell’architetto Piero Portalupi, che avevamo spesso ammirato ma mai attraversato.
Come prevedibile lo spettacolo ha ben poco di poetico, piuttosto ti porta un po’ a chiederti come facciano a tenere in un giardino degli animali dotati di ali atte a migrazioni di centinaia di chilometri (e la risposta te la dai facilmente).
Vai immancabilmente col pensiero alle tue immagini di repertorio del sud della Francia o della più vicina Cervia, e non può che venirti tristezza a mettere la macchina fotografica tra le sbarre per fare una foto in cui il senso di prigionia non sia così esplicito.
Così indirizziamo la nostra attenzione altrove e pensiamo bene di guardarci un po’ in giro: ebbene devo ringraziare Villa Invernizzi di via Cappuccini, Milano per averci svelato un quartiere bellissimo, ricco di esempi di meraviglioso liberty.
La zona è chiaramente una zona molto ricca, che ha ospitato la crescita demografica ed economica della borghesia milanese di inizio secolo, quando committenti agiati avevano necessità di rinnovamento e voglia di modernità: la nascita del Liberty.
Qui vicino si trova Palazzo Castiglioni, progettato da Giuseppe Sommaruga e inaugurato nel maggio del 1903 : il primo edificio propriamente liberty di Milano, e il fatto che sorga proprio nel bel mezzo di corso Venezia, via della nobiltà già nel Settecento, è una provocazione che apre la strada alla diffusione dello stile presso i nuovi ricchi.
E sempre in via Cappuccini, dirimpetto a Villa Invernizzi, sorge Casa Berri Meregalli (che vedete nell’ultima foto del post) autentico capolavoro , considerata l’ultimo esempio coerentemente liberty dell’architettura milanese.
In questo progetto di Arata si ritrovano elementi in laterizio rosso, pietra naturale e artificiale, mosaici dorati, basso e alto – rilievi in cemento con una enorme iconografia animalesca nella decorazione
Se riuscite a spiare all’interno dell’androne si possono scorgere i delicatissimi mosaici e soffitti di Angiolo D’Andrea e di Adamo Rimoldi e la celebre scultura La Vittoria di Adolfo Wildt .
Merita davvero una passeggiata questa elegantissima zona residenziale di Milano, con il naso all’insù e lo sguardo pronto a spiare dentro ai portoni che si chiudono al passaggio delle automobili o all’entrata dei residenti, perché la meraviglia del Liberty risiede soprattutto nei dettagli, e qui potrete scovarne davvero moltissimi