La foodblogger canadese Ayngelina Brogan qualche giorno fa tweetta: Modena è una delle città in cui amo mangiare di più al mondo per una ragione molto semplice: non vi sono ristoranti turistici.
Una banale, fondamentale verità che si estende non solo al lato gastronomico e non solo alla città. Modena e la sua provincia infatti, nonostante siano estremamente ricche di patrimonio artistico e gastronomico, restano ancora delle mete di turismo elitario, per intenditori diciamo, un motivo più che sufficiente per decidersi ad esplorarle ora, prima che inevitabilmente il turismo di massa scopra le potenzialità di queste zone.
Il territorio modenese invita ad un turismo lento, in cui prendersi il tempo per gustare le davvero moltissime eccellenze gastronomiche che propone, e a cui è intimamente legato come tradizioni e vita di tutti i giorni. E anche per assaporare l’accoglienza emiliana fatta di persone che sembrano nate per farti sedere alla loro tavola creando una atmosfera di casa che non conosce ostacoli di lingua e di cultura.
E proprio a Formigine ci siamo resi conto di quanto questo sia vero e non solo solamente una idea comune.
Formigine cresce intorno al suo bel castello del 1200, dalla lunga storia e ottimamente conservato che merita senz’altro di essere scoperto.
E se avete il tempo, se capitate a Formigine all’ora giusta, merita un pranzo il ristorante che si trova all’interno del castello. Non solo per lo splendido restauro integrato con opere di arte contemporanea, ma anche per la cucina del Calcagnino.
Tutti i sapori della cucina modenese attualizzati nella presentazione e un po’ anche nell’esecuzione (ma non troppo), materie prime eccellenti il tutto accompagnato da una accoglienza di quelle di cui parlavamo sopra!
L’essere un tavolo in cui 4 nazionalità diverse interloquivano tra loro, non ha impedito a che ci ospitava di creare una atmosfera accogliente e divertente da “pranzo della domenica”, e questo è uno dei regali più grandi dei luoghi dove non esistono i ristoranti turistici! 😉
