San Candido è indubbiamente una delle perle del nostro Alto Adige; entrambi sia io che Gabrio, c’eravamo stati anni fa da piccolini con le nostre famiglie, ci siamo tornati a Dicembre grazie all’invito dello Sport Hotel Tyrol and Wellness, e devo dire che ci è piaciuta.
Il suo bel Duomo romanico contornato dal piccolo cimitero e con all’interno lo splendido crocifisso ligneo, la buffa disposizione della chiesa barocca di San Michele proprio in fronte al Duomo come a coprirlo, e il suo particolarissimo campanile a pianta rotonda.
E poi le case più antiche del centro storico con le tipiche imposte colorate, i tantissimi locali e le eleganti boutique ma anche la strana bottega del cappellaio Zacher.
A San Candido d’inverno non si può non pensare alle piste da sci: da quelle più dolci e adatte a tutti del Baranci che partono proprio dal centro del paese, ai comprensori più complessi e articolati del Monte Elmo e della Croda Rossa raggiungibili in pochi minuti di auto o ski-bus
Il titolo di questo post non è casuale nel fare riferimento alla montagna italiana: ha un suo perchè.
Grazie all’ospitalità della famiglia Dieter Wurmböck abbiamo avuto una grande opportunità: il poter parlare, con vera gente del posto, come sono loro stessi d’altra parte, e non solo con persone che lavorano col turismo.
Quello che ne abbiamo ricavato nell’ insieme è una impressione molto equilibrata e per questo, ne sono convinta, molto reale.
La gente di San Candido ha un forte senso di identità, come spesso succede in territori che nei secoli sono stati poco facili da vivere,ma non sentono il bisogno di sentirsi altro.
Parlano una loro lingua certo, come in ogni parte d’Italia si parla un dialetto, magari un po’ più incomprensibile per noi rispetto ad altre, ma nessuno che facesse finta di non capirti quando parlavi, anzi molti si scusavano per il fatto di non parlare un ottimo italiano e ancora, per la prima volta, ho sentito dichiarare tranquillamente che la loro lingua è un dialetto, che ha molto del tedesco ma che non lo è.
Parlavano di politica criticando la nostra classe politica come fa ognuno di noi, ma chiamandola “nostra”. E potrei andare avanti con gli esempi ma il succo è uno: ci siamo sentiti veramente accolti, a differenza di altre esperienze sudtirolesi, e si, ci tornerei sinceramente molto volentieri.
Dicono che questa mentalità più aperta sia dovuta al fatto che essendo sempre stati l’ultima cittadina prima del confine, hanno sempre avuto molto traffico di forze militari provenienti da tutta la penisola il che’ li ha portati ad avere sempre un vivo scambio sia culturale che economico.
Quando abbiamo fatto check-in sui social al Tyrol Sport Hotel sono arrivate decine di messaggi di amici virtuali e non che dicevano di essere stati fin da bambini in vacanza in questo hotel: una cosa buffa ma che la dice lunga sulla storia di questo 4 stelle nel centro di san Candido.
Due le cose che abbiamo apprezzato di più: la cucina di ottimo livello che è stata capace di proporre la tradizione ma in chiave rinnovata ed interessante (perchè parliamoci chiaro… se vai in Tirolo i canederli li vuoi mangiare, ma se ti arrivano destrutturati sotto forma di soffice cocotte li apprezzi ancora di più!); e il centro benessere in cui non mancava davvero nulla: Gabrio si è addirittura cimentato col mulino ad acqua che ti rovesciava addosso alternativamente acqua gelida e caldissima! Se ve lo state chiedendo: no, io no! Ho preferito di gran lunga il bellissimo bagno turco rotondo con le singole poltroncine in mosaico!
Riguardo la stanza…bhè la foto parla già da sola, adesso posso dire di aver dormito in un letto a baldacchino 🙂
Comments
che bello rivedere lo Sporthotel… sempre elegante e con il ristorante Pic Nic! 🙂
già proprio lui! 🙂