La Triennale di Bruges 2018: La Città Liquida

 

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Bruges è una delle mete più visitate delle Fiandre, famosissima per i suoi scorci quasi fiabeschi, ma il motivo del nostro recentissimo viaggio in questa bella cittadina ad un’ora e mezzo di treno da Bruxelles, è stato che nel 2018 si tiene la famosa Triennale di Bruges.

Il tema di quest’anno è La Città Liquida, titolo quanto mai calzante visto che una delle caratteristiche di Bruges è il fatto di essere attraversata da molti canali. E proprio i canali sono stati l’ambientazione della maggior parte delle opere presentate a questa triennale.

Opere, che in questo post andremo a mostrarvi,  che sparpagliandosi per il territorio, vi permetteranno di visitare Bruges con un itinerario alternativo davvero molto interessante e stimolante. Negli uffici del turismo, e in alcune sedi espositive, potrete trovare la piccola guida gratuita che vi guiderà nel percorso alla scoperta di tutte le opere degli artisti internazionali che hanno preso parte al progetto ( oppure on line la trovate qui )

La Triennale di Bruges è visitabile fino al 16 Settembre

BRUG di Jarosław Kozakiewicz

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Quella che nel percorso di visita viene indicata come prima tappa è l’opera BRUG di Jarosław Kozakiewicz.

Si tratta di un ponte pedonale fatto in profili in metallo e vele. In una città in cui i ponti sono numerosissimi che sono funzionali agli spostamenti, questo ponte porta alla piccola piazzetta dove si trova la statua Niobe di Constant Permeke, ma non vi è via d’uscita: per continuare il percorso bisogna ripercorrere il ponte.

Funzionalità di contro a volontà di fare qualcosa per il solo fine di incontrarsi.

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Della sua opera l’autore dice essere fatta

 su un sistema proporzionale, in cui ogni intersezione tra due linee indica un punto di un volto umano. Ogni angolo, ogni collegamento è un’istantanea di un movimento; due volti che si avvicinano l’uno all’altro e si incontrano in un bacio. Una rappresentazione geometrica di un momento romantico.

The Floating Island di OBBA


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The Floating Island è opera dello studio di architettura coreano OBBA: oltre 100 metri quadri di struttura galleggiante fruibile come luogo di passeggio immerso in una zona dove i canali di Bruges sono verdissimi, creando una specie di parco galleggiante dove gli alberi sono esterni alla struttura stessa ma possono da qui essere goduti al meglio.

 

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Più che un’isola, si tratta di una vera è propria passeggiata creata sull’acqua

Selgascano Pavillon di SELGASCANO

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Si tratta della mia opera preferita di tutta la triennale, si trova nei pressi del Coupure, e già da lontano vi incuriosirà parecchio per i riflessi particolarisimi della struttura organica con cui è creata.

Una enorme bolla rossa semitrasparente adagiata su una zattera gialla e l’acqua che gioca il resto con i suoi riflessi e contrasti.

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Ma la parte magica arriva quando entrando nella bolla guarderete fuori e le bellissime tipiche case di Bruges con le facciate appuntite, perderanno i loro contorni attraverso le pareti fluttuanti di questa opera elegantissima e nello stesso tempo psichedelica.

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Skyscraper (the Bruges Whale) di STUDIOKCA

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Nei pressi della statua di Jan van Eyck si trova quella che è sicuramente la più fotografata tra le opere delle Triennale di Bruges: Skyscraper (the Bruges Whale).
Si tratta di una gigantesca scultura che rappresenta una balena, con la particolarità di essere realizzata con materiali di riciclo provenienti dall’inquinamento degli oceani.

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Il materiale usato è stato raccolto da volontari del Hawaii Wildlife Fund e della Surfrider Foundation che hanno ripulito le spiagge delle Hawaii. Un’opera estremamente scenografica, ma anche di denuncia su quello che è uno dei problemi più spinosi a livello mondiale.

House of Time di RAUMLABOR

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Con questa opera scoprirete angoli di Bruges dove probabilmente non sareste arrivati.

House of Time coinvolge infatti un vecchio sito industriale lungo il Ringvaart, un luogo molto poetico ma privo di vita che l’opera mira a trasformare in luogo di aggregazione per i giovani.  L’opera, che rimarrà anche post triennale, svalica i concetti artistici per inserirsi molto di più in un concetto di architettura del sociale permettendo a chi usufruisce degli spazi di diventarne creatore stesso, tagliando quella estraneità tipica dello spettatore davanti l’opera d’arte in favore di un coinvolgimento mirato a fare appropriare lo spazio da chi lo vive.

 

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Lanchals di JOHN POWERS

 

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Un gigantesco collo di cigno che si erge sulle acque dei canali di Bruges. Il tema di quest’opera è ispirato da una leggenda di Bruges:

Pieter Lanchals era l’amatissimo consigliere dell’arciduca Massimiliano I d’Asburgo; nel XV secolo, a seguito di aspre rivolte, molti amministratori della città, tra cui lo stesso Lanchals, vennero giustiziati. Leggenda vuole che, in reazione, l’arciduca condannò Bruges a mantenere per l’eternità nelle sue acque 52 colli lunghi, ovvero i cigni che, ancor oggi, ne sono il simbolo.

INFINITI23 di Peter Van Driessche

All’interno del Site Oud Sint-Jan si innalza questa struttura fatta di torri e capsule che creano cellule abitative che richiamano il movimento metabolista giapponese,

G.O.D. di Ruimte Veldwerk

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Un luogo di culto privato per anziani bisognosi apre le porte al pubblico grazie a questa installazione che crea un angolo di pace dove potersi fermare nel cammino di visita riprendendo quello che è il tema principe del luogo che accoglie.

MFS III – Minne Floating School di NLè KUNLè ADEYEMI

 

Nella città liquida non poteva mancare una scuola galleggiante e infatti questa Floating School è un edificio mobile, costruito per adattarsi ai movimenti delle maree e per resistere a inondazioni e forti tempeste.

 ACHERON I di Renato Nicolodi

L’artista italiano integra anche il tema della morte nella città liquida.

Lo fa riprendendo il mito di Acheronte, il fiume che scorre in parte sotto terra, e che è per gli antichi greci il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti,  costruendo il passaggio tra i due mondi tra i quali il confine è segnato dalla superficie dell’acqua stessa.

UrbanModeL di Wesley Meuris

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Nel cuore di Bruges a due passi dal Burg:

Una serie di pannelli in legno e vetro circondano termini in lingua inglese che analizzano le necessità della società ideale, come Sustainable Interaction, Immersive Environments, Fulfilling Needs, Innovative Services of Communication Prosthesis.

Il titolo dell’opera, UrbanModeL, richiama il concetto di UML (Unified Modeling Language), una lingua modellante
grafica, utilizzata principalmente per categorizzare e schematizzare fenomeni o processi

Da segnalare anche, all’interno della Triennale di Bruges, il calendario di eventi temporanei che potete consultare a questo link che coinvolgono altri spazi pubblici e privati, come ad esempio gallerie d’arte.

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La Triennale di Bruges 2018: La Città Liquida ultima modifica: 2018-08-20T16:58:53+01:00 da patrizia

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