C’è una cosa che chi viaggia solo in aereo non conoscerà mai e questa cosa sono i luoghi di confine.
Una cosa che ho imparato fin da piccola, durante i lunghi viaggi in macchina che facevo con i miei attraversando l’Italia, era guardare i cambiamenti del paesaggio naturale e soprattutto delle architetture fatte dall’uomo mano a mano che scorrevano i chilometri. Mi rendevo conto essere sempre molto graduali, in un certo senso naturali. Non avevi mai la sensazione di essere piombato in un altro mondo all’improvviso.
Tranne che per i luoghi di confine che tra loro si somigliavano un po’ tutti. Tanti negozi tanto traffico tanti parcheggi tante pompe di benzina tanta coda. Dei NON luoghi, senza una identità e senza una vera storia.
Poi è arrivato il trattato di Schengen: 1 gennaio 1993 abolizione delle frontiere tra gli stati membri della UE, e questi posti hanno perso la loro utilità, la maggior parte delle volte si sono trasformati in costruzioni in rovina in fianco alle quali il traffico passa veloce.
Abbiamo percorso questa strada molte volte, e avendo noi poco amore per le autostrade, questo ci ha dato la possibilità di conoscere la realtà di questi due paesi che altrimenti non noteresti neppure.
Se scrivi su Google La Jonquera i primi suggerimenti che ti da la digitazione sono -outlet- -club- -prostitution- -night-
Mentre se scrivi Le Perthus i risultati sono -shopping- -commerce-
E infatti questo è esattamente quello che ti dovrai aspettare, in questo esatto ordine, a seconda che vada in una o l’altra direzione.
La prima volta che abbiamo percorso questa strada provenivamo dalla Francia: una bella strada un po’ tortuosa e in salita in mezzo al bosco ti fa aprire prima la vista su un bel forte militare di Vauban e poi ti ritrovi in questo paesino, Le Perthus appunto, che si srotola lungo la strada con una quantità di negozi assurda, ( foto qui sopra) che ricordano moltissimo quelli delle località di mare: merce di ogni tipo attaccata fuori, decine di macchine che cercano invano di parcheggiare e tanta, tantissima gente a piedi che si muove da un negozio all’altro.
Prosegui lungo l’unica strada, e ti trovi subito ad attraversare quello che era il vecchio controllo di confine e la strada si allarga.
Inizia La Jonquera che, a differenza di Le Perthus, è dotata di tantissimo spazio. Qui i negozi diventano enormi, i parcheggi di camion sono di una vastità incredibile, pieni zeppi come non mai. I parcheggi delle decine e decine di centri commerciali pullulano di gente.
Non ti capaciti da dove sia arrivata tutta quella gente, dove vada, ma soprattutto cosa faccia lì.
Una visione surreale.
E così abbiamo deciso di fermarci anche noi e andare a curiosare per cercare di capire.
Nei super mercati la gente ha carrelli pieni di alcolici ma anche di ogni tipo di altra merce: spiamo tra i prezzi sugli scaffali e non ci sembrano nulla di anomalo, sicuramente non da giustificare una tale ressa.
Nei parcheggi tra i mille camion che sembrano fermi per molto più che la classica sosta regolamentare, vedi girare molte ragazze che un po’ ti fanno venire il dubbio di non essere esattamente le fidanzate. Dubbio che fughi completamente una volta risalito in macchina proseguendo la guida in statale verso Figueres.
Dopo un paio di rotonde infatti iniziano i night clubs con le loro insegne molto esplicite e le ragazze a bordo strada che definire svestite è non dire.
Dopo la prima volta che abbiamo scoperto questo luogo che a noi piace definire semplicemente assurdo, ogni volta che passiamo il confine usciamo dall’autostrada per passare in mezzo a questi paesi, anche solo senza fermarci, solo per vedere se è ancora tutto sempre così, anche se non ne capiremo mai bene il perchè.
Comments
ci sono appena passato. Tranquilli è ancora tutto come da te perfettamente descritto 😉
🙂